Tra il 2004 e il 2005, nell’arco di pochi mesi, Massimilano Fuksas inaugura tre tra i suoi più importanti progetti italiani: il Centro Direzionale Ferrari a Maranello, il Centro espositivo e Auditorium Nardini a Bassano del Grappa e la Fiera di Milano Rho-Pero.
Nello stesso anno, è pubblicato Massimiliano Fuksas. Opere e progetti 1970-2005 che propone un doveroso punto della situazione sulla carriera e i progetti costruiti di un protagonista assoluto dell’architettura italiana contemporanea.
Rifiutando di liquidare l’opera di Fuksas, certamente eclettica, come una “somma di capricci e prove d’artista”, ne assimila il percorso a quello di altri nomi riconosciuti del panorama internazionale, tutti nati nei primi anni ’40. Come Rem Koolhaas, Bernard Tschumi, Jean Nouvel e Toyo Ito, Fuksas ha vissuto intensamente negli anni della sua formazione l’influenza dei Radical, il boom economico, gli influssi della cultura pop e dei movimenti artistici dell’epoca.
L’evoluzione del suo linguaggio è analizzata criticamente, dai primi esperimenti in Italia Centrale negli anni Settanta (come il parco “Fontana del Diavolo” a Paliano, “un giardino misterico in cui perdersi per ritrovare metafore nascoste”) agli interventi più recenti e a grande scala (tra i quali grande spazio è dato proprio al polo fieristico milanese, “la nuova Galleria della (…) città metropolitana”).
Una carrellata ricca ma sintetica d’immagini e disegni racconta gli esperimenti dei primi due decenni, mentre il periodo 1995-2005 è approfondito nel dettaglio con singole schede di progetto, che anticipano anche le opere al tempo in costruzione o allo stadio di concept.
Anche i committenti con cui Massimiliano Fuksas lavora, spesso d’assoluta eccezione, trovano spazio all’interno della pubblicazione “per dare conto del dialogo necessario che deve sempre esistere tra il progettista e chi investe risorse finanziarie e umane per consentire un’architettura di qualità”. Giorgio Armani, la famiglia Nardini e Walter Veltroni partecipano a tre conversazioni in cui approfondiscono il loro rapporto con Fuksas e la sua opera.