Tre fotografi – Olivo Barbieri, Francesco Jodice, Armin Linke – e 3 progettisti – Cliostraat, Alessandro Scandurra e Stalker – sono i protagonisti di “Effetti Collaterali. Visioni dalla metropoli contemporanea (Nomad)”.
“Quale peso hanno le immagini fotografiche nell’opera di ricomposizione dell’immaginario collettivo sul mondo contemporaneo? Cosa vuol dire esporre delle immagini, oggi, in uno spazio museale? Che relazione instaurare tra esperienza dell’immagine ed esperienza dello spazio che la circonda?”. Sono questi gli interrogativi attorno ai quali si articola la mostra, che non si prefigge di dare risposte certe ma, piuttosto, di “esprimere la necessità di mescolare ulteriormente le carte e insieme la volontà di mettere costruttori di visioni e costruttori di spazi in diretto contatto per provare a comporre una riflessione comune”.
Barbieri, Jodice e Linke sono selezionati in virtù dei loro “percorsi artistici e concettuali autonomi, ma capaci di comporre insieme una interessante riflessione per immagini sulla profonda trasformazione dei paesaggi metropolitani mondiali contemporanei”.
Nello spazio del museo, ogni fotografo lavora con un progettista definendo tre esperienze spaziali e visive specifiche. Scandurra compone per Barbieri uno spazio fortemente orizzontale che vive dell’alternanza tra momenti di buio e di luce accecante; Cliostraat predispone per gli scatti di Jodice una camera di visione in cui il visitatore penetra e da cui può simultaneamente monitorare i tre pedinamenti urbani realizzati dal fotografo; Stalker, infine, costruisce per Linke otto ruote mobili che rievocano il gioco, lo scorrere del tempo, il movimento e l’affastellarsi dell’esperienza.
Attraverso il lavoro di queste tre coppie, “Effetti Collaterali” testimonia che “esiste ancora la possibilità di costruire luoghi in cui l’esperienza dello spazio e delle immagini contribuiscono a riflettere sullo stato di due discipline irrimediabilmente legate”.