Negli anni Duemila, Maciachini è uno dei grandi fulcri della riconversione post-industriale di Milano. In meno di un decennio, sul sito da tempo dismesso dell’ex-stabilimento Carlo Erba sorge il moderno complesso poli-funzionale di Machiachini Center, che cambia radicalmente il volto e il funzionamento del quartiere compreso tra le radiali di via Imbonati e via Crespi.
Si tratta della prima esperienza di collaborazione tra Luca Molinari e una committenza privata d’architettura per l’individuazione degli autori delle opere, tra cui Alessandro Scandurra, Italo Rota e Sauerbruch Hutton, alla loro prima realizzazione in Italia.
Maciachini. Un inedito laboratorio urbano per Milano è una narrazione polifonica, che si costruisce insieme ai tanti attori che hanno partecipato al progetto. I molti dialoghi che arricchiscono il libro raccontano il punto di vista dei rappresentanti dell’amministrazione comunale (dagli allora Assessori Carlo Masseroli e Gianni Verga a Beatrice Uguccioni, Presidente della Circoscrizione 9), messi a confronto con quelli dei promotori (come Antonio Napoleone, Presidente di Europa Risorse), sottolineando come questo intervento rappresenti un esempio fortunato di collaborazione virtuosa tra pubblico e privato per la trasformazione della città. Le voci dei progettisti coinvolti, inoltre, descrivono nel dettaglio gli sviluppi successivi del masterplan e le caratteristiche dei singoli edifici. Infine, le fotografie di cantiere di Francesco Jodice e i ritratti degli abitanti del quartiere di Filippo Romano indagano la complessità della vita in evoluzione che ruota attorno a questo frammento di città.
Prende forma così il ritratto di un progetto dal mix funzionale ricchissimo, aperto e permeabile verso i quartieri che lo circondano grazie alla creazione di un sistema di spazi pubblici complesso. La spina verde centrale, infatti, vive in continuità con i percorsi pedonali e ciclabili riprogettati lungo le strade perimetrali, e in particolare sulla storica e vitale via Imbonati. Qui svetta ancora la ciminiera della Carlo Erba, memoria storica dell’antico stabilimento.